giovedì 5 gennaio 2017

~ Step 25 ~ Punto.



Punto. Come in qualsiasi storia, affascinante e triste e coinvolgente e noiosa, anche qui arriva il momento di scrivere la parola punto. E proprio come ogni storia, anche questa lascia dietro di sè qualcosa di speciale. Partendo dalla pura presentazione del colore[1], è stato il colore stesso a presentarsi a noi in tantissime lingue del mondo[2]. Stiamo parlando di Ametista, un colore che “assomiglia” al viola. Al tramonto di questo percorso, tale affermazione non rende giustizia al nostro lavoro. Diciamocelo, per molti di noi, il verde trifoglio e il verde erba sono la stessa cosa. Adesso non più. Sappiamo che sono varie sfaccetature di verde. Vale per il rosso, per il blu e per tutti i colori. Cosi Ametista prende forma, e ne scopriamo i codici univoci che lo rappresentano[3].
In seguito, la ricerca si è fatta ancora più interessante, allontanandosi dalla defizione pura di colore, e relazionandosi ai più svariati ambiti, quale la musica[5], il cinema, l’affascinante mondo della mitologia[4] e della superstizione[8], senza però tralsciare l’ambito scientifico[6] e chimico[14].
Ho scoperto come un colore possa significare tante, troppe cose. Come le associazioni mentali possano essere le più svariate[9]. Proprio alla mente è legata la psicologia del colore. Un colore è capace di spiegare un sentimento, uno stato d’animo, più di mille parole. Un colore è capace di attrarre o allontanare. Vi siete mai chiesti perchè non berreste mai un bicchiere di latte blu[12]? Un colore è capace di vendere meglio un prodotto rispetto ad un signore che blatera in tv, per questo i più grandi marchi internazionali si affidano ad agenzie che scelgono nei minimi dettagli il loro logo, per lanciarsi nel mercato con un brand che li identifichi ancor prima di leggerne il nome[10].
Vorrei soffermarmi sulla psicologia del colore –che ignoravo e di cui ora non posso fare a meno- ancora un attimo, perchè alla fine vedrete che farà da legante a tutto il nostro percorso. Riguardo il cinema, nel post inerente all’argomento[7] è presente un video stupendo sulla capacità espressiva dei colori, di cui Wes Anderson ne è uno dei principali promotori. Tale capacità non l’hanno scoperta adesso i vari artisti e scultori del passato e del nostro tempo. Ne vediamo alcuni esempi nell’arte rappresentativa con Xavier Veilhan[16], nella pittura[18] , in architettura[22] e ovviamente nella moda[20]. Dal vestito ametista di Dior, un altro guru della moda, Yves Saint Laurent, ha reso omaggio al colore e al quarzo dall’identico nome con un profumo[15].
Non potevo non aspettarmi un’associazione del colore con le varie dimensioni cognitive[19], o con il magico mondo della poesia[11] della quale consiglio nuovamente la lettura. Ma la più grande e piacevole sorpresa è stata trovare il colore associato a campi impensabili quali i fumetti[13] dove addirittura la principessa Amethyst è la protagonista, o nell’archivio brevetti[17].
Sul finire di questo percorso, varie sono le associazioni mentali che si fanno pensando all’ ametista[24], ma nel corso della storia, cristallo-colore è stato un binomio simbolo di regalità e sovranità. Usato per gli abiti dei nobili, non di meno in anelli e collane di re e regine, adorna nel 1887 l’anulare di Papa Leone XII[21]. Abbandonando per un attimo invece la concezione materialista del colore, è stato proposto un bellissimo passo sul pensiero selvaggio[23] come nuovo approccio al colore.
Sfortunatamente, dopo aver ripercorso i vari step del nostro cammino, quel momento è arrivato. Il momento di mettere il punto. Punto che però non segna la fine completa, perchè fortunatamente il mondo è pieno di colori, e vale la pena scoprirli con un viaggio del genere. Un viaggio mistico. O meglio: Ametìstico.

~ Step 24 ~ Nuvole di Ametista




~ Step 23 ~ La Pensée Sauvage



La scienza ci insegna che il colore non è altro che un’elaborazione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello. La percezione visiva è quindi creata a tutti gli effetti dal nostro cervello e, come tale, è capace di provocare risposte emotive ed atteggiamenti psicologici diversi.
Perciò, quando pensiamo al verde immaginiamo distese di diprati, le foglie sugli alberi rigogliosi, in primavera, sotto uno splendido cielo azzurro. Azzurro. Azzurro come il cielo. Cosi funziona la nostra mente. Tendiamo a materiallizare i concetti. Quando penso all’Ametista, non posso non associare l’omonimo quarzo. Ma la straordinarietà della mente umana sta anche nella capacità di creare e provare emozioni. Abbandoniamo per un attimo i concetti che conosciamo, torniamo alle origini, prendiamo ciò che sappiamo come una novità. Un approccio selvaggio, indigeno. Cosi, senza percezione materiale, penso all’ametista. Penso ai colori rassicuranti della sera, alla tranquillità metafisica. Ai profumi di fine estate, alle prime pioggie settembrine. Ad una passegiata con felpa e costume in riva al mare, con la brezza che sposta i capelli sul volto, a cavallo tra il giorno e la notte, quando gli ultimi raggi fanno luccicare il mare di quella magica brillantezza.


~ Step 22 ~ Urban Architecture


Chungha Building
MVRDV
Seoul, Korea
     
Pochissimo tempo prima che una canzone pop koerana, per la prima volta nella storia, conquistasse l’intero pianeta grazie a Youtube, e che il gangnam diventasse famoso in tutto il mondo come luogo di ritrovo dei nouveau riches della capitale sudcoreana Seoul, Woon Nam Management Ltd. ha commissionato a MVRDV il restyling di un edificio in Apgujung Road, la strada chic del Gangnam. Completato nel 1980, l’edificio Chungha era già allora obsoleto per una via che vantava i principali negozi di alta moda. La Trasormazione, che prvedeva l’aggiunta di un livello, è stata realizzata in soli nove mesi. Si noti come il gioco di luci e ombre riporti proprio il colore del quarzo ametista, che varia dai toni violetti al giallo-bruno-verde.









Novancia Business School
AS. Architecture-Studio
Paris, France



          Il progetto è espressione di diverse idee contettuali. La scula esiste dal 1908 , ed era in cerca di una nuova identià. È situata nei pressi della stazione Montparnasse di Parigi, una città spesso percepita come incolore. Eppure, l’area circostante è densamente popolata da facciate in muratura che presentano una tavolozza di colori che va dal giallo el vecchio edificio fino al rosso del Museo Bourelle che si trova di fronte. Le stecche motorizzate consentono agli utenti di controllare la luce solare, infatti il loro movimento crea un edificio il cui aspetto cambia costantemente e non è mai uguale a se stesso. Questo effetto dinamico, potenziato dai fenomeni di riflessione e diffrazione che si creano sulla facciata, dona all’edificio una gamma cromatica cangiante, che riprende i colori del tramonto e, in base all’ora in cui la si osserva, dell’Ametista.
 
























Non si può non menzionare l’Amethyst Hotel, un progetto firmato dallo studio NL Architects di Amsterdam, ancora in fase di realizzazione. Deve il nome e la forma proprio al quarzo a cui si ispira, pietra che ha un ruolo considerevole nella cultura orientale.

 


 









Fonti: area 129, rivista di architettura e arti di progetto, luglio/agosto 2013